
La Golf 5 ha riportato in vita la vera GTI. È un dato di fatto, un pensiero diffuso, non è demagogia. Mi riferisco alla Golf GTI Edition 30. Lasciamo stare la prima GTI del 1976. Una Golf sibillina questa, almeno finché la tieni chiusa nel garage. Appena fuori di mezzo metro le cose cambiano. È pur sempre una Golf, ma speciale, ottimizzata al meglio per smarcarti dalla massa. Sì perché i 230 cavalli della 30 Edition molto spesso imbarazzano i presenti. Stiamo parlando di una sportiva compatta non arrogante, non esagerata ma vincente. Vediamo sotto quali profili.
La Golf 5 ormai fa parte dei libri di storia ma è una pagina di storia importante. Uscita di produzione nel 2008, la Volkswagen Golf GTI Edition 30 è stata una serie speciale prodotta dalla VW con una tiratura abbastanza limitata (1500 esemplari per l”Europa).
Innanzitutto è utile spiegare ai pochi che non lo sanno cosa significa il nome: Edition 30. È la pura e semplice celebrazione della prima versione della celebre GTI, quella del 1976, proprio quella che hai mente tu 60enne, con il 1.6 L da 110 cavalli.
La GTI con la Edition 30 ha toccato i 230 cavalli… e figurarsi se nel 1976 se lo sarebbero mai aspettato!? Perciò per ogni anno di vita della GTI dal 1976 al 2006 è stato aggiunto un cavallo al propulsore TFSI della GTI “normale”. Il risultato eccolo sotto i vostri occhi: la 30 Edition da 230 cavalli!
PRESENTAZIONE — Dimentichiamoci la R32. Se non ve la siete comprata probabilmente è perché un assetato 3.2 L (troppo assetato) non faceva al caso vostro. E pazienza se dovrete rinunciare al sound ammaliante di quell’aspirato. Avete tanti argomenti per farvene più di una ragione. Per una volta voglio cominciare dal basso, dalle “scarpe”. Le calzature sono generose: gommatura dalle generose dimensioni intorno a cerchi – specifici, manco a dirlo – di 18 pollici. Il cliente poteva scegliere tra due tipologie di cerchio: il classico Detroit ed il BBS Rockingham.
Il primo, che nel mercato inglese è identificato con il nome di “Monza”, ha una caratteristica tutta sua: è verniciato di color titanio e questo lo rende molto particolare soprattutto se lo abbinate al colore nero della carrozzeria: della serie ci vuole fegato ma l’effetto non è affatto malvagio, forse basta solo abituarsi. Il secondo (chiamato Pescara sempre in UK), molto elegante, vi farà penare quando andrete a lavare la vostra Golf. Altra caratteristica che balza subito all’occhio sono le pinze dei freni di colore rosso vivo, un tocco di sportività che non guasta. All’anteriore dischi dei freni da Ø 312 mm e al posteriore due dischi pieni da Ø 286 mm.
Facciamole adesso un giro intorno. L’Edition 30 non è tamarra. Gli interventi sulla carrozzeria vòlti a distinguerla dalla massa delle altre golf ci sono eccome ma sono gradevoli, curati, mai sfrontati.








È una Golf che si fa notare senza eccedere troppo. Il paraurti anteriore vede una piccola lamina aggiuntiva rispetto al GTI “normale”. Presenti anche le minigonne e lo spoiler posteriore di dimensioni comunque contenute. Anche il paraurti posteriore vede un disegno diverso ma sobrio. Tutti questi elementi sono in tinta con la carrozzeria, cosa che la distingue dalla GTI “normale”.
La calandra è molto curata. La mascherina a nido d’ape è riuscita bene e contornata in basso dalla mitica striscia rossa. Una nota stonata: le griglie del paraurti non sono state curate allo stesso modo visto che il disegno è sempre a nido d’ape ma la griglia resta chiusa , il che non è esteticamente molto gradevole a vedersi. Oltre al logo leggendario “GTI” devo segnalarvi la presenza del marchio VW all’interno dei gruppi ottici anteriori: osservate con attenzione per credere!
Inoltre, la vostra attenzione verrà, per finire, carpita dallo scarico a doppia uscita integrato nel finto diffusore. I gruppi ottici posteriori sono bruniti, altra peculiarità della Edition 30! Non siete ancora in imbarazzo? Allora basta salire a bordo.
Sei i colori disponibili e tra questi segnalo i vari Rosso Tornado, Nero, Bianco, Reflex Silver e Steel Grey.
INTERNI — Tutto, qui, è molto rassicurante, intuitivo, direi quasi semplice. La pulizia delle linee del cruscotto e della plancia e di tutto il resto ti fa quasi appisolare (sto scherzando, ovviamente). La prima cosa che ti colpisce è il volante a tre razze, dalle dimensioni contenute, con i suoi 8 pulsanti multifunzione. Questo volante, dalla cucitura rossa, ti trasmette la voglia di impugnarlo spesso, saranno i materiali o forse il fatto che è smussato nella parte inferiore, cosa che lo rende molto racing. Presente il logo classico, argentato, della GTI.
Presenti anche i bilancieri se avete optato per il cambio Dsg. La strumentazione è sufficientemente completa, ordinata. Il contachilometri arriva a segnare i 300 km/h mentre di notte il quadro si illumina di blu. Tutto molto gradevole. Nella parte centrale della plancia, se lo avete richiesto, campeggerà lo schermo del navigatore. A detta di alcuni è una presenza forse troppo invadente e poco discreta. Poco al di sotto ecco la leva del cambio fatto a pallina da golf, come nelle primissime GTI. Anche qui sono evidenti le cuciture rosse in contrasto piacevole con inserti di argento.
Il logo Edition 30 campeggia, oltre che sul portellone posteriore a destra, anche all’interno dell”abitacolo: sui listelli battitacco e sulla plancia davanti agli occhi del passeggero anteriore. Andiamo avanti. Un altro particolare molto gradito al golfista con il coltello tra i denti è sicuramente la pedaliera in alluminio, di serie come sulla R32. I tappetini sono neri con un bordino rosso di contorno. Cuciture rosse in bella evidenza anche sulla parte finale della leva del freno a mano e sui sedili.
I sedili sono fatti davvero molto bene. Sono profilati in maniera corretta e contengono bene il corpo con i fianchetti accentuati ma non ti massacrano troppo in caso di lunghi viaggi. E poi si può regolare il sedile come si vuole in lunghezza, in profondità, in altezza e persino in senso obliquo.
È perfino possibile quasi “massaggiare” la zona dorsale della vostra schiena! Provare per credere! Anche il volante può essere regolato in ogni dove e questo farà sì che troverete senza dubbio la posizione di guida più consona alla vostra statura. La stoffa Interlagos a scacchi come sulla GTI in realtà qui occupa molti più cm di spazio.
Proprio davanti alla leva del cambio troneggia il pulsante ESP OFF mediante il quale potete appunto disattivare la suddetta funzione, ma non ve lo consigliamo a meno che non siate piloti esperti e smaliziati.
Una cosa da segnalare riguarda la possibile e involontaria accensione del climatizzatore quando siete in procinto di cambiare marcia: con il dito non è raro attivarlo per sbaglio vista la vicinanza con la leva (a me è capitato).
L’impianto audio di serie è molto buono come ottima è l’illuminazione dell’abitacolo attraverso l’uso di diverse luci, due delle quali poste nella parte posteriore sopra le teste dei passeggeri, attivabili singolarmente.
I posti dietro sono altrettanto comodi. I sedili sono sdoppiabili 1/3, 2/3 e abbattibili in avanti. Nella parte di sedile da 2/3 è stata ricavata una finestrella, abbattibile, dove far passare gli sci: soluzione questa davvero innovativa e apprezzata soprattutto dagli appassionati di questo sport. Il bagagliaio è ampio (350 litri, 1305 l con i sedili abbattuti) e dalla forma molto regolare.











VW Golf GTI Edition 30 bianca
MOTORE — Il motore adottato è il 4 cilindri 2.0 litri TFSI 16 valvole, portato a 230 cavalli anche grazie, ma non solo, ad una mappatura un po” più ‘spinta’ rispetto allo stesso propulsore della Golf GTI. Il turbocompressore è un Borg Warner K03 (le “sorelle” Seat Leon Cupra e Audi S3 mk2 potevano contare su un K04) mentre la pressione è stata portata fino a 1.7 bar. La potenza massima di 230 cavalli si ottiene a 5.500 giri/min mentre la coppia di 300 Nm è disponibile a 2.200 giri/min. Il rapporto peso/potenza espresso in kg/cv ammonta a 5.9. Il peso della vettura dichiarato dal costruttore è di 1357 kg.
PRESTAZIONI — Molto buone e soddisfacenti: la velocità massima è di 245 km/h (243 km/H con il DSG), lo scatto 0-100 km/h viene chiuso in 6.8 secondi (6.6 con il DSG). Se avrete optato per il cambio DSG con i bilancieri al volante, vi ci finirete le mani, questo è sicuro da quanto verrete “presi” dal gingillo infernale. Una piacevole nota va scritta a proposito del sound sia del motore sia dello scarico. Il suono del turbo ti prende, e dopo averci fatto qualche migliaio di km, ecco che la magia si amplifica ancora di più e senti il sibilo accattivante della turbina che ti inebria.
Tornando alla realtà anche lo scarico è stato particolarmente curato dagli ingegneri VW e già lo sapevamo pensando alla GTI. È uno scarico che ti ricorda quello della Mini Cooper S. Uno scarico che borbotta in rilascio e lo apprezzerete soprattutto d’estate con i finestrini aperti mentre fate manovre di parcheggio e volete affondare il piede gaudente sull’acceleratore. Da maniaci, sì, ma va bene lo stesso. Il 2.0 L TFSI è un motore non brutale ma che spinge sia ai bassi sia agli alti, insomma spinge sempre. Da quanto ti gratifica ti spingerebbe a smontarlo e a portarlo la sera in camera e metterlo sopra al comodino.
SU STRADA — La ragazza non ha complessi di inferiorità nei confronti della sorellona R32. È equilibrata, molto equilibrata, una vettura saggia che raramente ti mette in crisi. L’ESP vigila attento. Forse troppo. Con l’ESP attivato, il retrotreno non ti tradisce quasi mai. La nota dolente di questa vettura è risaputa: il deficit pesante in quanto a motricità. Non tiriamo in ballo l’asfalto bagnato o umido, per carità. Basta affondare il piede con decisione anche sull’asciutto e molto spesso si illumina il pulsante della “perdita di aderenza”, l’ESP vi taglia le ali e te ne resti come un salame a contemplare i sistemi elettorali italiani.
Insomma, la potenza dei 230 equini non viene scaricata a terra come vorresti e quindi pensi subito: “accidenti a me, la R32 con la trazione integrale era meglio“. Sotto questo profilo dunque, decisamente sì. Sul misto non c’è partita tra una R32 e una Edition 30. La prima, pur appesantita dalla presenza della trazione integrale, trionferà senza dubbio. Anche la rivale Renault Mégane RS R26 le sta davanti: bella forza con quel popò di differenziale autobloccante che si ritrova.
La gommatura generosa non aiuta troppo la Edition 30 nel gap che ha: i Bridgestone Potenza RE050 225/40 R18 non ti fanno fare quel salto di qualità che ti aspetteresti. La GTI “normale” ti resta quasi incollata dietro, è una questione di mezzo secondo.
Lo sterzo è preciso, abbastanza diretto. Premere la frizione non ti affatica, e non ti affatica nemmeno prendere atto che con un litro riesci a farci 9-10 km a patto che non fai le sparatine ogni momento. La frenata è modulabile. Quando la macchina è nuova, ti sembrerà quasi di non frenare. Ma è tutto normale, dopo qualche centinaio di km la situazione migliora. Per l’uso in pista è caldamente consigliato di migliorare le prestazioni dell”impianto frenante.
Conclusioni — Il prezzo non è propriamente contenuto visto che di listino costava oltre i 30.000 euro sfiorando la R32. Oltre sessanta milioni di vecchie lire per una Golf è un ostacolo (morale) che molti probabilmente non se la sentono di rimuovere. Il dibattito su “cosa scelgo tra Golf GTI, Edition 30 e R32” è durato mesi e mesi e gli estimatori delle 3 Golf adducono ciascuno validi motivi nel giustificarne un acquisto.
Chi compra la Edition 30 vuol distinguersi dalle restanti Golf e si mette (quasi) sullo stesso livello della R32. Al vostro passaggio in centro, non sarà difficile sentire per strada commenti stupefatti dei giovani del tipo “ma questa è una Golf ?!?!“. E questo vi riempirà il cuore di soddisfazione. Non potete però contare sulla trazione integrale e sull’aspirato 3.2. Pazienza. Una Edition 30 vi diversifica dalla maggior parte di GTI normali ma vi alleggeriva all’epoca il portafoglio di 3.000. Nemmeno pochi.
Dati del motore anteriore trasversale | T-FSI da 169 kW |
Potenza | 169 kW (230 CV) a 5500 giri/min |
Coppia massima | 300 Nm a 2200-5200 giri/min |
Numero di cilindri | 4 |
Cilindrata | 1984 cm3 |
Alesaggio x corsa | 82,5 mm x 92,8 mm |
Benzina senza piombo | Super Plus 98 NOR oppure 95 NOR o superiore |
Trasmissione | Cambio meccanico a 6 marce (CM6) oppure cambio a doppia frizione a 6 rapporti (DSG) |
Prestazioni | |
Velocità massima | 245 km/h / 243 km/h con DSG |
Accelerazione da 0 a 80 km/h | 4,9 secondi / 4,8 secondi con DSG |
Accelerazione da 0 a 100 km/h | 6,8 secondi / 6,6 secondi con DSG |
Consumo di carburante conforme alla direttiva 80/1268/CEE dell”Unione Europea | |
Consumo ciclo urbano | 11,3 l / 100 km – 10,7 l /100 km con DSG |
Ciclo extraurbano | 6,3 l / 100 km – 6,2 l / 100 km con DSG |
Ciclo misto | 8,2 l / 100 km – 7,9 l / 100 km con DSG |
Masse | |
Massa complessiva max. | 1900 kg / 1920 kg con DSG |
Massa a vuoto (senza conducente) | 1357 kg / 1376 kg con DSG |
Massa max. sull”asse anteriore | 1040 kg / 1060 kg con DSG |
Massa max. sull”asse posteriore | 910 kg |
Carico Rimorchiabile | |
Carico max. sul tetto | 75 kg |
Carico statico verticale max. sul gancio | 75 kg |
Carico rimorchiabile con freni, pendenze fino a: 12% | 1400 kg |
Con freni, pendenze fino a: 8% | 1700 kg |
Senza freni, pendenze fino a: 12% | 710 kg |
Dimensioni | |
Lunghezza | 4216 mm |
Larghezza | 1759 mm |
Altezza a vuoto | 1501 mm |
Passo | 2574 mm |
Diametro minimo di sterzata | 10,9 m |
Carreggiata anteriore / posteriore | 1534 mm / 1516 mm |
Altezza libera dal suolo a massa complessiva max. | 91 mm |
Rifornimenti | |
Serbatoio del carburante di cui riserva | ca. 55 litri / ca. 7 litri |
Serbatoio del liquido del tergicristallo | ca. 3,5 litri |
Con impianto lavafari | ca. 5,5 litri |
Olio motore con sostituzione del filtro | 4,6 litri |
Altri dati | |
Basamento motore | In ghisa |
Testata motore | In lega leggera |
Trazione | Anteriore |
Pneumatici | Bridgestone Potenza 225/40 R 18 92Y |
Cerchi | 7,5J x 18 Pollici |