Ogni tanto, ciclicamente, l’argomento della terza monoposto in F1 ritorna: ultimo a rilanciare questa idea è stato Toto Wolff, boss della Mercedes.
Il pensiero di Wolff è rivolto specificatamente verso i giovani piloti che non riusciranno ad accaparrarsi un sedile nel 2019: la carrettata di nomi comprende, tra gli altri, i vari Pascal Wehrlein, Antonio Giovinazzi, George Russell, Esteban Ocon.
“Così com’è, ci sono 3 ragazzi di talento senza opportunità (Ocon, Wehrlein e Russell). È arrivato il momento in cui dobbiamo decidere che cosa fare in futuro. Finanziare una scuderia per giovani non è una opzione perché mettere 80, 90 o 100 milioni ogni anno in un junior team non è quello che vorrei fare. D’altra parte, se i piloti sono marchiati come piloti Mercedes, non sembra essere la proposta migliore da vendere,” ha commentato Wolff.
Avrei una soluzione semplice. Darci la terza macchina e rendere obbligatorio metterci un giovane pilota.
Wolff sottolinea come non abbia quasi senso che Red Bull, Ferrari, Renault e la stessa Mercedes abbiano al loro interno un programma per giovani piloti se poi non li possono schierare in pista come titolari. Ecco allora la proposta:
“Avrei una soluzione semplice. Darci la terza macchina e rendere obbligatorio metterci un giovane pilota. Con un massimo di due anni in quella macchina, i costi non sarebbero enormi, la griglia sarebbe piena e avremmo un fantastico spettacolo dei nuovi ragazzi arrivati sulla griglia che combattono duramente contro i Valtteri ed i Lewis e forse ci stupirebbero. Ma avere un’altra scuderia solo per avere un posto per i giovani piloti non ha senso per noi.”
Passo alle conclusioni
La terza auto da affidare ad un giovane pilota può essere un’idea interessante ma ritengo che sia un’opzione ad oggi poco praticabile per le scuderie di seconda fascia che faticano a sviluppare la macchina causa mancanza di becchime. Si pensi alle squadre B della Serie A: ad oggi, è solo la Juventus che schiera la sua squadra in Serie C…