È un vero e autentico dramma sportivo quello che sta vivendo la Scuderia Ferrari di Formula 1. È stato un incubo ieri a Spa ma lo sapevamo tutti che la Ferrari non sarebbe nemmeno riuscita a entrare in zona punti salvo imprevisti. E nemmeno la pioggia ha aiutato il Cavallino.
L’unico momento illusorio è stato al via quando Charles, grazie alle gomme soft, ha superato brillantemente tre concorrenti e successivamente la Racing Point di Pérez, al giro successivo. Ma poco dopo abbiamo capito che le Rosse non avevano il passo gara per competere quasi con nessuno tranne gli ultimi dello scacchiere. Allucinante, mortificante.
Su una pista come Spa e temo che il copione si ripeterà anche a Monza e al Mugello, la Ferrari dovrebbe prevalere solo sull’Alfa Romeo, Haas e Williams. E Kimi ieri, vero re di Spa, non ha faticato molto a tenersi dietro le Rosse.
Il punto è che qui non è che solo il motore a non andare. Non funzionano bene né il telaio né l’aerodinamica. Forse, bisognerebbe tornare a pescare con maggiore intensità tra le competenze ingegneristiche internazionali?
L’ultima riflessione riguarda i vertici: il Presidente John Elkann, personalmente lo vedo molto distante dalla Scuderia. Non lo vedo molto coinvolto emotivamente. E questo, secondo me, è fondamentale. Lo capisco perché magari avrà altro a cui pensare ma allora perché non delegare questo tema a una persona il cui sangue ribolla per la Ferrari. Sergio Marchionne c’era, con il suo carattere forte, con le sue scelte a volte discutibili ma c’era. E la Ferrari si stava riprendendo. Anche Montezemolo era una persona appassionata che seguiva in prima persona. Concludo, invocando un drastico cambio di linea. Finora non sta funzionando niente e mi sembra assurdo stare ad aspettare il 2022 (nuovi regolamenti) senza prendere contromisure.