Il quadro ormai delineato in questa stagione di F1 2020 è chiaro: si tratta di un mondiale a 3 giocato da Hamilton, Verstappen e Bottas con il pilota finlandese che indossa i panni del coprotagonista. Al massimo, in qualifica, a volte, può dire la sua. Il talentuoso Max dovrebbe correre per la Mercedes e allora Lewis dovrebbe sudarsela molto, ma molto di più.
Tutti gli altri piloti si giocano il mondialino dei doppiati. La realtà è questa. Il divario tra le Mercedes e gli altri è davvero molto elevato. Racing Point, McLaren e persino l’Alpha Tauri (nome incoitabile) sono più scoppiettanti della Ferrari.
Vengo al Cavallino. La Ferrari vive un momento particolarmente storto. Sembra che non vada bene niente e che tutto sia da buttare. Ovviamente non è così e in questi casi è bene tenere i nervi saldi.
Ciò non significa lasciare le cose come stanno. Se le cose vanno così male, un perché ci sarà e quindi vanno adottate le giuste contromisure.
Per tornare a lottare per il mondiale e non per il mondialino dei doppiati, secondo me bisogna evidentemente assoldare tecnici e ingegneri che possano dare una svolta creativa efficace al progetto. E trovare tecnici innovativi e di qualità non è facile ma alla Ferrari non manca il cash per prenderli e per motivarli a dovere.
E riportare al successo la Ferrari è già di per sé una bella motivazione. Per quanto concerne i piloti, la Ferrari è ben coperta con la coppia Leclerc-Sainz. Nessun dubbio al riguardo. La power unit è stata azzoppata dalla Fia ma i 50 cavalli in meno di cui si parla non possono essere l’unica risposta allo stato pietoso della monoposto 2020.