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28 Aprile 2019

Dopo Baku, Ferrari giocherà carta dello sviluppo aggressivo

Seb in azione vicino alla fortezza / Foto: Ferrari

Il GP dell’Azerbaigian è finito e la musica non cambia, è sempre quella: la Ferrari non è vincente. La Mercedes, invece, domina, domina da quando la tecnologia ibrida ha messo piede in Formula 1.

Un grosso guaio per la Ferrari, soprattutto, mi sembra evidente. A Maranello, al momento, non riescono a lavorare bene a tal punto da misurarsi alla pari con la Mercedes.

Anche a Baku, la Ferrari inseguiva: il distacco finale di Vettel non è mostruoso ma c’è e Seb non è mai stato in grado di dare del filo da torcere alle Frecce d’Argento.

Oggettivamente, il fatto che il Tigrotto monegasco abbia padellato la qualifica ha influito e non poco sulla gara.

Incollo di seguito l’analisi ufficiale fatta dal team principal, Mattia Binotto. Le ultime righe evidenziano bene quale sarà la strategia operativa che a Maranello cercheranno di adottare e mi riferisco allo sviluppo più aggressivo della vettura. Non ci sono alternative, evidentemente.

Nella gara di oggi la nostra prestazione è stata al di sotto delle nostre aspettative. La qualifica non è andata come ci attendevamo e su questo tracciato c’è molta differenza tra partire avanti o dietro, dove tutto è più difficile. In gara, poi, non abbiamo potuto approfittare di nessun ingresso della Safety Car che speravamo ci avrebbe offerto qualche chance in più contro i nostri avversari.

Sebastian è stato protagonista di una gara solida, sempre vicino al duo di testa, meritandosi pienamente la posizione da podio. Charles ha disputato una bella gara, rimontando la classifica dopo aver perso qualche posizione alla partenza, a causa delle gomme medie, più difficili da mandare in temperatura rispetto alle soft.

Nel complesso però non abbiamo avuto un ritmo sufficiente e i nostri rivali sono stati più veloci. Dobbiamo tornare a casa, identificare le nostre aree deboli e spingerci nel nostro metodo di lavoro facendo scelte più aggressive per ritornare dove meritiamo.

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