In un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Mattia Binotto rivede lo stesso slancio, lo stesso impeto che la Scuderia aveva ai tempi del dominio nell’era di Michael Schumacher.
L’uomo forte della Scuderia che ha assommato su di sé un bel mucchio di competenze ha evidenziato come la monoposto di quest’anno non sia capace di riscaldare a dovere le gomme. Nel 2018 invece si doveva evitare come la peste di riscaldarle troppo.
Binotto ha evidenziato inoltre la “tanta fame” alla Ferrari di oggi che viene paragonata a quella del 1996/1997. Allora, il team era in crescita e si preparava ad aprire un ciclo vincente con Schumi come capitano incontrastato.
Per l’ingegnere nato in Svizzera, la Ferrari di quell’epoca è come quella di oggi “per visione, voglia di fare, passione e talento.”
Infine, vi riporto un’ultima nota circa i piloti: Binotto ha escluso categoricamente che manchi lo Schumacher di turno. Quella attuale è “una bella coppia di piloti“: Vettel ha l’esperienza mentre il Tigrotto monegasco è un “giovane molto veloce“.