Toyota sta lavorando da tempo sullo sviluppo delle batterie allo stato solido che faranno davvero la differenza rispetto a quelle attuali. Il Costruttore giapponese ha infatti annunciato due mesi fa che presenterà un veicolo alimentato da batterie allo stato solido in occasione dei Giochi Olimpici 2020.
Shigeki Terashi, responsabile dell’Area Tecnologica di Toyota, ha comunque confermato al magazine britannico Autocar che la produzione in serie di massa di questa batteria non avverrà almeno fino alla metà del decennio.
Vantaggi
I vantaggi delle batterie allo stato solido sono assodati: una maggiore autonomia in pacchi batteria più piccoli e potenzialmente più economici e una velocità di ricarica più rapida. Non dimentichiamoci nemmeno della maggiore sicurezza data la bassa infiammabilità dovuta allo stato solido degli elettroliti.
Il prototipo, che presenzierà in occasione della cerimonia di apertura o di chiusura dei Giochi Olimpici, si baserà sulla e-Palette, concept a guida autonoma.
Per quanto concerne la concorrenza, Volkswagen ha parlato di una tempistica di sviluppo delle batterie allo stato solido praticamente molto similare. La BMW, che ha diverse collaborazioni in corso con Toyota, non prevede di vendere veicoli elettrificati con batterie allo stato solido prima del 2030.
Insomma, Toyota si pone indubbiamente all’avanguardia in questa tecnologia. Dunque, ricapitolando, questo tipo di batteria potrebbe rimpiazzare le attuali agli ioni di litio grazie anche alle sue caratteristiche vantaggiose quali una densità energetica superiore e alla forbice di temperatura di utilizzo più grande. La forbice è compresa tra -20 °C a più di 100 °C contro gli attuali 15 °C (fino a 35 °C).
I materiali proposti come elettroliti solidi nelle batterie allo stato solido posso essere le ceramiche o i polimeri solidi.
Ci sono anche gli svantaggi
Ma ci sono anche degli svantaggi che dovranno essere corretti. Uno di questi consiste nella possibile formazione di dendriti di litio che potrebbero penetrare il separatore presente tra l’anodo ed il catodo, generando così un cortocircuito (dopo aver raggiunto il catodo).